Mario Bojórquez: “Brooklyn Bridge”

 

 

Poesia tradotta da Sofia Mercatelli (Università degli Studi di Macerata) e letta da Francesca Di Presa

 

brooklyn bridge

 

Dall’altra sponda di quello che dico

si getta un ponte per giungere alla mia parola.

Ogni volta che pronuncio il mio nome,

il mio nome giunge a me sfregiato.

Ogni volta che dico acqua, l’acqua ritorna vento,

il vento fuoco, il fuoco il mio nome esatto

ma molto più pieno, e più ignoto.

 

Lancio parole, nomi, verso l’altra sponda

ogni volta,

e ogni volta annuncia nuove intensità

di ciò che non conosco.

 

Dovrei gettare su questo ponte

ciò che non dico, il mio silenzio,

così da tornare un giorno poesia.

 

 

Leído por Blanca Palomero

brooklyn bridge

 

Desde la otra orilla de lo que digo

se tiende un puente para llegar a mi palabra.

Cada vez que pronuncio mi nombre,

mi nombre vuelve a mí desfigurado.

Cada vez que digo agua, el agua vuelve viento,

el viento fuego, el fuego mi nombre exacto

pero mucho más pleno, y más desconocido.

 

Tiro palabras, nombres, versos a la otra orilla

cada vez,

y cada vez anuncia nuevas intensidades

de lo que no conozco.

 

Habría de arrojar sobre este puente

aquello que no digo, mi silencio,

para que alguna vez vuelva poema.

 

Fotografía: Wikipedia CC BY-SA 4.0

Federico Gallego Ripoll: “Linguaggio”

 

 

 

 

Poesia tradotta e letta da Benedetta Noella Foradori  (Università degli Studi di Trento)

 

Linguaggio

 

Si può parlare con gli oggetti che si toccano;

possono gli oggetti essere un buon linguaggio:

 

dire mela,

non dire denaro;

 

dire penna, lenzuolo di raso, zaino, ventaglio;

dire libro, bicchiere pieno d’acqua, grappolo d’uva,

piccola statuetta di gesso;

 

tutto quello di cui è fatta la vita

e ci sta in una valigia non molto grande.

 

Incertezza è la nostra lingua

e proviene da tutti i principi;

eccoci qua, sapendoci ben detti:

ci scandisce senza equivoci.

 

 

 

Poema leído por el autor

 

lenguaje

 

Se puede hablar con los objetos que se toman;

pueden los objetos ser un buen lenguaje:

 

decir manzana,

no decir dinero;

 

decir bolígrafo, sábana de raso, mochila, abanico;

decir libro, vaso lleno de agua, racimo de uvas,

pequeña figurilla de escayola;

 

todo aquello de cuanto está hecha la vida

y cabe en una maleta no muy grande.

 

Incertidumbre es nuestro idioma

y procede de todos los orígenes;

ahí estamos, sabiéndonos bien dichos:

nos deletrea sin equivocarse.

 

(Quien dice sombra, Fundación Jorge Guillén, Diputación de Valladolid, 2017 -Premio Villa del Libro 2015)